giovedì 26 febbraio 2015

Cavolfiore speziato all'indiana

Una delle mie più grandi passioni è viaggiare e, quando sono in giro per il mondo, mi incuriosisce moltissimo andare a scoprire nuovi sapori,  assaggiare molte delle pietanze locali e fare tesoro delle ricette che più mi sono piaciute. Uno dei viaggi che più mi ha arricchita è quello in India, dove sono stata quasi 4 anni fa e dove non vedo l'ora di tornare. Era una meta che sognavo sin da piccola, sono sempre stata attratta dalla cultura e dalla spiritualità indiana, ma viverla è stata un'emozione indescrivibile. L'India ti segna, l'India ti cambia. L'India non è per tutti. O la odi o te ne innamori e, se ti lasci attraversare, ti entra dentro per sempre. Il tesoro che mi porto nel cuore è fatto soprattutto di emozioni che mi hanno dato le persone, di quella luce che lì tutti hanno negli occhi, come se conoscessero un segreto, come se riuscissero a sondare profondità irraggiungibili. Ma è fatto anche di profumi e di sapori, di spezie e di incenso. E anche di ricette, come l'aloo gobi (curry di patate e cavolfiore), a cui si ispira il cavolfiore speziato che ho preparato oggi. La ricetta originale prevede anche le patate, ma in questo caso, dal momento che ho utilizzato il piatto come contorno, ho preferito privilegiare la leggerezza del cavolfiore e non appesantirlo eccessivamente: a mio parere un contorno, per essere un perfetto accompagnamento, non dovrebbe mai essere troppo pesante o troppo elaborato. Il mio consiglio è di aggiungere le patate solo se si vuol servire un ottimo piatto unico.



INGREDIENTI

  • 1 Cavolfiore
  • 1 scalogno intero
  • 1 peperoncino essiccato
  • 1 cucchiaino di curcuma
  • cumino q.b.
  • coriandolo q.b.
  • sale q.b
  • olio di sesamo bio q.b.

PREPARAZIONE

Sbollentare il cavolfiore, tagliato a pezzi grossolani, in acqua salata oppure a vapore. In una casseruola scaldare l'olio di sesamo e far appassire lo scalogno tritato e il peperoncino tagliato a pezzettini per qualche minuto nell'olio caldo. Aggiungere le spezie e, per ultimo, il cavolfiore e cuocere a fiamma medio-bassa. Se necessario aggiungere acqua e coprire con un coperchio. Salare e cuocere finché il cavolfiore si sarà ammorbidito e sarà ben speziato. Buon appetito!


martedì 24 febbraio 2015

Pane carasau con sugo di noci al curry marocchino

  
Di ritorno da un breve soggiorno a Marrakech, città magica che nel 2004 mi ha stregata irrimediabilmente, in cui ogni tanto ho "bisogno" di tornare, non vedevo l'ora di utilizzare il curry marocchino acquistato nella splendida place des épices, dove ogni volta mi perdo, rapita dai profumi intensi ed esotici delle spezie marocchine e del thé alla menta. Il curry marocchino è molto diverso dal curry indiano (che, per capirci, è quello che troviamo in tutti i supermercati con l'etichetta generica "curry"), molto più utilizzato e diffuso. Il curry marocchino ha un gusto delicato e generalmente non è piccante, si distingue facilmente da quello indiano anche per via del colore: quello indiano è di un giallo molto intenso, mentre quello marocchino si può trovare in varie tonalità di beige: più è scuro, più è forte. Io ho acquistato una varietà di curry molto chiara, perciò molto delicata e per niente piccante. Tra le spezie che lo compongono troviamo anice, cardamomo, chiodi di garofano, zenzero, cumino, cannella e noce moscata. Ho pensato quindi di creare un pesto delicato che si sposasse bene con gli aromi di questo curry delizioso (io lo adoro!). Avevo in casa del pane carasau che un collega sardo ha regalato a mio marito, così, dall'ispirazione del momento, è nato questo primo piatto che idealmente collega due luoghi a me molto cari, la Sardegna che mi ricorda le vacanze estive, da bambina, con la mia famiglia, e Marrakech, una delle città che amo di più in assoluto e dove già non vedo l'ora di tornare!! 
Qui di seguito potete vedere il curry marocchino e un paio di foto scattate nell'emporio di spezie in cui l'ho acquistato: un tripudio di colori! 
curry marocchino



INGREDIENTI
(per 2/3 persone)

  • 200 grammi di pane carasau
  • 1 confezione di polpa di pomodoro bio
  • 8 noci
  • 2 coste di sedano
  • 1 spicchio d'aglio
  • curry marocchino q.b.
  • sale q.b.

PREPARAZIONE

Sgusciare circa 8 noci e tritarle nel mixer insieme a due coste di sedano tagliate a pezzetti e uno spicchio d'aglio. In una padella scaldare dell'olio extravergine d'oliva, versare il trito di noci e sedano e qualche presa di curry marocchino. Far cuocere il trito per qualche minuto, per fare in modo che assorba bene gli aromi del curry, quindi unire la polpa di pomodoro e far cuocere ancora per una decina di minuti. Nel frattempo, in una pentola portare ad ebollizione dell'acqua salata, dopodichè immergervi per qualche minuto il pane carasau e scolare. Condire il pane carasau col sugo di noci ed impiattare....buon appetito!! 


venerdì 20 febbraio 2015

Polenta incatenata alla carrarina

La polenta incatenata è una antica ricetta della cucina povera, tipica dell'alta Toscana e della Lunigiana, e che quindi immancabilmente mi riporta indietro nel tempo e mi ricorda il profumo della cucina di mia nonna. Non posso perciò non dedicare questa ricetta, il cui nome è legato alla mia città di nascita (Carrara), alla memoria di mia nonna Cesarina, donna d'altri tempi, che sapeva cucinarla in modo eccellente, ma che soprattutto raccoglieva l'ingrediente principale, gli "erbi", con le sue mani, direttamente dalla campagna. I cosiddetti "erbi" non sono altro che le erbe commestibili che si trovano un po' ovunque nei campi e nelle zone a monte, tra cui l'aspraggine, il porro, la borraggine, l'acetosa, il  finocchio selvatico, il raperonzolo, il luppolo, la cicerbita, la pimpinella ecc. I miei nonni materni erano grandi esperti nella raccolta; al giorno d'oggi, invece, é diventato difficile trovare raccoglitori che sappiano cosa cercare, in compenso è più facile trovare gli erbi nei mercati di verdura. Se proprio non si riesce a trovarli, possono essere sostituiti con verdure e cavolo sminuzzati.



INGREDIENTI

  • 1 chilo di erbi
  • 300 grammi di fagioli borlotti, o di fagiolini dall'occhio
  • 500 grammi di farina di granturco
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale q.b. 
  • soffritto di aglio e cipolla q.b. (facoltativo)



PREPARAZIONE 

 In una pentola capiente far cuocere, in acqua salata, gli erbi e i fagioli fatti rinvenire una notte in acqua. Una volta cotti, togliere l'eventuale acqua di cottura in eccesso e iniziare a versare la farina, facendo attenzione a non formare grumi. Cuocere per almeno mezz'ora (la polenta deve raggiungere una densità leggermente superiore ad una crema), aggiungendo per ultimo il soffritto di aglio e cipolla (facoltativo). Servire in piatti singoli aggiungendo olio d'oliva extravergine a piacere. La polenta incatenata, a mio parere, è ancora più buona se conservata per il giorno seguente, tagliata a fette, riscaldata e servita con un filo d'olio a crudo e magari con una spolverata di pepe nero, proprio come la vedete nelle foto che corredano questo post! E se ancora per caso ne avanzasse, si puo' anche friggere in padella...mmmm....buon appetito!! Quanti ricordi....grazie Nonna Cesy!!

lunedì 16 febbraio 2015

Chiacchiere di Carnevale


Che Carnevale sarebbe senza le chiacchiere? Per me che sono toscana, poi, rappresentano un'immancabile tradizione e mi riportano indietro nel tempo, alla mia infanzia, quando la mia nonna le faceva per tutta la famiglia e me ne lasciava sempre un vassioio da portare a scuola per la festa in maschera del martedì grasso. La casa profumava di dolce, di fritto e di zucchero a velo! Per questo l'aroma che si sprigiona quando si friggono le chaicchiere mi ricorda sempre l'infanzia! Anche se le feste in maschera sono ormai un piacevole ricordo, non ho voluto interrompere la tradizione e così, in occasione di un pranzo domenicale con tutta la famiglia, ne ho realizzato due vassoi: uno di chiacchiere fritte, come usanza vuole,  e uno di chiacchiere al forno, più leggere e croccanti. 

chiacchiere fritte

chiacchiere al forno

 INGREDIENTI

  • 300 grammi di farina tipo 1 macinata a pietra
  • 140 grammi di fecola di patate o amido di mais
  • 30 grammi di farina di riso
  • 30 ml di olio extravergine d'oliva
  • 200 ml di latte vegetale (consiglio il latte di riso)
  • 150 grammi di zucchero integrale di canna (tipo mascobado)
  • 5 ml di liquore (consiglio il limoncello)
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale



 PREPARAZIONE

 Setacciare tutti gli ingredienti secchi e disporli a fontana. Versare dentro la fontana gli ingredienti liquidi: il liquore, l'olio e il latte vegetale ed iniziare ad amalgamare bene con le mani. Impastare bene fino a formare una palla liscia e omogenea. Far riposare l'impasto per 20 minuti, massimo mezz'ora. Infarinare il piano di lavoro e, con un mattarello, stendere l'impasto fino a raggiungere uno spessore di massimo 2/3 mm. Tagliare dei rettangoli con la rotella seghettata (quella che serve per fare i ravioli), dopodiché praticare un taglio in verticale all'interno di ogni rettangolo e far passare uno dei lati minori del rettangolo dentro il taglio praticato, in modo da creare una sorta di ricciolo a metà di ogni chiacchiera. 
A questo punto le nostre chiacchiere sono pronte per la cottura: io ne ho fritte la metà con una friggitrice utilizzando dell'olio di semi di girasole. L'altra metà l'ho infornata e fatta cuocere a 180° per circa 15/20 minuti (non di più, altrimenti rischiano di diventare troppo secche).
Personalmente preferisco quelle fritte, soprattutto per una questione di "memorie d'infanzia"!
Un ultimo consiglio: se non avete il limoncello e utilizzate un altro liquore, grattugiate un po' di scorza di limone prima di impastare: l'aroma di limone a mio parere conferisce quel qualcosa in più che rende le chiacchiere ancora più sfiziose!
Buon Carnevale a tutti!!!




giovedì 12 febbraio 2015

Frittelle di Carnevale all'arancia, con zenzero e vaniglia

Carnevale, si sa, è periodo di dolci e di ricordi d'infanzia...una buona occasione per tornare bambini, fare festa, mettersi in maschera e, tra coriandoli e stelle filanti, concedersi anche qualcosa di fritto, come da tradizione!! E allora, via di frittelle!! Quale migliore occasione per utilizzare i meravigliosi stampini che mi ha regalato mia suocera?

Questi stampi fanno parte della tradizione di molte regioni d'Italia: per tanti anni, in ogni fiera o mercato d’Italia ci si poteva imbattere nel banchetto del venditore di stampi per frittelle che offriva i suoi dolcetti caldi, croccanti e innevati di zucchero a velo ai bambini, ma purtroppo col tempo sono caduti in disuso, tanto che oggi è anche difficile trovarli. Con questi stampi è possibile realizzare delle bellissime frittelle a forma di fiore, di farfalla o di stella, l'unico accorgimento che bisogna prendere è quello di mantenere l'olio di frittura molto caldo. Per questo motivo spesso viene utilizzata la friggitrice, tenendo il coperchio aperto. Io ho utilizzato una padella con i bordi alti e il fondo stretto, così da poter utilizzare una quantità adeguata di olio. Nelle varie ricette della tradizione italiana, però, nella pastella delle frittelle sono quasi sempre presenti il latte e l'uovo, perciò ho dovuto completamente reinventare la pastella, ma devo dire che il risultato, seppur migliorabile, è stato delizioso!
 
INGREDIENTI
  • 100 grammi di farina di ceci
  • 150 grammi di farina di tipo 1 macinata a pietra
  • 300 ml di latte vegetale (io ho usato latte di soia), o acqua fredda
  • un pizzico di vaniglia in polvere o mezzo cucchiaino di aroma di vaniglia
  • un pizzico di zenzero macinato
  • un pizzico di cannella 
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 80/100 grammi di zucchero integrale di canna tipo mascobado
  • qualche goccia di aroma d'arancia

 PREPARAZIONE

Preparare la pastella miscelando le farine setacciate con gli altri ingredienti, amalgamando il tutto con una frusta per evitare che si formino grumi. Lasciar riposare l'impasto. Nel frattempo, in una padella capiente, dai bordi alti, versare abbondante olio per friggere (io ho usato quello di girasole, ma credo sia preferibile l'olio di arachidi) e portare ad alta temperatura: l'olio deve essere molto caldo per tutta la durata del procedimento. A questo punto prendere uno stampo e scaldarlo per qualche secondo nell'olio bollente, quindi scolarlo ed immergerlo nell'impasto avendo cura di non immergere il bordo superiore. Immergere poi di nuovo lo stampo nell'olio e attendere che diventi ben dorato (se l'olio è caldo, sarà questione di secondi). In teoria le frittelle dovrebbero staccarsi da sole dallo stampo, in pratica non succede quasi mai (!), ma non è un problema. Una volta raffreddato lo stampo, possiamo staccare le frittelle senza problemi con le mani o usando una piccola spatola. Adagiare le frittelle su carta assorbente per togliere l'eccesso di olio e servirle con una spolverata di zucchero a velo!! Dal momento che un lato delle frittelle resta concavo, possiamo anche farcirle con una crema a piacere o con la marmellata che preferiamo!! Io ho già in mente un sacco di iedee per la prossima volta!! Buon appetito!!